La ricerca è uno dei compiti istituzionali dell’Università e ha un ruolo fondamentale nella ripartenza e nelle nuove e difficili sfide che ci attendono, che non possono essere vinte riproponendo vecchie impostazioni.
La strategia della ricerca e il relativo supporto amministrativo vanno rimodulati tenendo presente che oggi alla ricerca viene chiesto di lavorare per missioni, con il coinvolgimento dei portatori di interessi intorno a principi condivisi, attraverso un approccio fortemente interdisciplinare. PNRR e Horizon Europe fanno leva sulle reti e sulle partnerships, che diversificano lo spettro delle attività legate alla ricerca, rafforzando le componenti di integrazione, di programmazione e di monitoraggio, e richiedono anche personale amministrativo formato ad hoc.
Non va dimenticato che il primo determinante del livello della ricerca è la qualificazione dei ricercatori, ed è quindi prioritario sviluppare strategie per attrarre ricercatori di elevato livello. Un imperativo assoluto è valorizzare il merito attraverso procedure di reclutamento trasparenti. I ricercatori devono poter disporre di strumentazioni avanzate e da questo punto di vista la costituzione del CISUP è stata una scelta strategica coraggiosa e di grande valore, da consolidare e sviluppare assegnando specifico personale tecnico e programmando un consistente aumento degli investimenti dedicati.
È comunque necessario aggiornare le dotazioni strumentali dei Dipartimenti e dei Centri, garantire una copertura adeguata per i costi di funzionamento e di accreditamento dei laboratori, e considerare le peculiari necessità del settore umanistico e delle scienze economico-sociali. In particolare, il Sistema Bibliotecario di Ateneo deve essere rafforzato e razionalizzato, valutando l’opportunità di decentrare di alcune funzioni, quali gli acquisti di materiale librario, e operando per accelerarne le tempistiche.
L’analisi del bilancio consuntivo 2021 rivela un investimento di 4,2 milioni di euro per materiali di consumo dei laboratori, 1,5 milioni per i fondi di ateneo, 1,6 milioni per i PRA, 0,7 milioni per il progetto BIHO. Queste cifre possono e devono essere aumentate, anche se un aumento significativo richiede naturalmente un aumento della capacità di attrarre risorse (vd la sezione “incrementare la capacità di acquisire risorse”).
È essenziale introdurre uno starting grant per ricercatori di tipo b) e in futuro RTT neo-assunti, soprattutto per consentire di avviare nuove linee di ricerca, associato ove necessario alla garanzia di evitare un sovraccarico di attività didattica.
Si possono studiare anche modalità con cui l’ateneo anticipi piccoli finanziamenti, da restituire impegnando fondi di ateneo o altri finanziamenti futuri, a ricercatori che si trovino in particolari condizioni di necessità.
L’assegnazione dei fondi di ateneo sulla base del rating comporta uno sforzo per revisionare i criteri di determinazione del rating, ed evitare o ridurre al minimo divergenze significative con i criteri su cui si basano l’ASN e la VQR.
La scelta se mantenere il PRA o utilizzare il relativo fondo per aumentare la dotazione dei fondi di ateneo si deve basare sull’analisi del valore aggiunto del PRA per favorire l’aggregazione di gruppi di ricerca in grado di partecipare con successo a bandi per fondi competitivi nazionali o europei, e per attivare la collaborazione fra ricercatori appartenenti a discipline diverse.
Il numero di ricercatori della nostra università che concorrono all’assegnazione di fondi europei è ancora relativamente basso. Occorre proseguire ed estendere la politica che sta alla base del progetto BIHO, considerando la possibilità di fornire incentivi anche a chi supera la prima fase della selezione per ERC.
Appare opportuna anche la costituzione di un grant office coordinato da docenti che abbiano ottenuto significativi successi in ambito europeo, supportati da personale tecnico-amministrativo dedicato. In questo contesto dovranno essere fortemente potenziati i processi di studio e predisposizione delle proposte progettuali, lo scambio di informazioni e metodi di scrittura dei progetti fra ricercatori già vincitori e ricercatori junior, l’efficienza e la velocità nell’impiego dei fondi, il sostegno amministrativo alla gestione della ricerca e alla rendicontazione. L’obiettivo finale è rendere l’università di Pisa una confort zone di rilievo internazionale per chi aspira a ottenere o ha ottenuto finanziamenti competitivi, sulla base di esempi virtuosi che esistono sia in Italia che nelle nazioni a noi vicine. Questo aspetto è probabilmente il principale fattore che determina l’attrattività di una sede universitaria nei confronti dei migliori ricercatori.
I settori umanistico ed economico-giuridico-sociale meritano un’attenzione particolare alle proprie specifiche metodologie di ricerca e alla capacità di cooperare con aree della pubblica amministrazione e della società civile. Un intervento essenziale è il potenziamento delle biblioteche e della loro digitalizzazione, l’eliminazione al tetto di spesa per l’acquisto di materiale librario e la razionalizzazione dell’uso delle biblioteche stesse, garantendo modalità di accesso privilegiate ai dottorandi e operando interventi per ridurre il sovraffollamento ed estendere gli orari di apertura. Naturalmente tutto questo richiede risorse dedicate, in termini di reclutamento di personale bibliotecario, di finanziamenti specifici e di attenzione nel piano di sviluppo edilizio, come indicato nelle sezioni corrispondenti.
Assume importanza strategica valorizzare, anche attraverso l’assegnazione di risorse specifiche, aree di ricerca e didattica specialistiche ma prestigiose, inserite in reti di ricerca internazionali e fortemente orientate verso l’internazionalizzazione dell’ateneo come l’orientalistica. Interventi mirati vanno inoltre dedicati al settore archeologico. Occorre garantire un finanziamento dedicato e rimuovere i vincoli amministrativi per consentire a ricercatori, dottorandi e studenti di partecipare a missioni sul campo. In particolare, è necessario che l’ateneo garantisca fondi regolari e costanti per la partecipazione a progetti di scavo, in modo da rendere possibile accedere a iniziative internazionali.